Diary

Surviving and enjoying!

“How are you Alice?” “Oh, this is week is much better! I’m not just surviving, I’m starting to enjoy every day!!” Questa è stata la mia risposta alla vicepreside oggi. Ed è vero, questa settimana non mi sono sentita esaurita e desiderosa di dormire e basta alla fine di ogni giornata, beh, stanca sì, ma più felice. A poco a poco sto capendo il mio ruolo nella scuola, so con chi devo parlare d come agire quando mi assegnano a una classe, so dove trovare i quaderni e dove trovare un bel po’ di risorse. Ci sono ancora un sacco di dubbi che aspettano di essere risolti, ma vivo le mie giornate in modo più sereno e sorridente. La settimana scorsa mi aggiravo per la scuola con una faccia stravolta e occhi preoccupati (forse sto esagerando, ma non così tanto), questa settimana sorrido e sono proattiva!

Non scriverò ogni giorno nel dettaglio se no farei un poema, ma seleziono qui alcuni momenti chiave di questa settimana:

  • T4W in seconda

Lunedì e martedì mi sono ritrovata a lavorare in una seconda, la cui insegnante era assente per malattia. L’assistente mi ha accolta a braccia aperte e mi ha spiegato cosa avrei dovuto fare. Oltre ad insegnare phonics, matematica e lettura, ho dovuto portare avanti l’innovazione del T4W che avevano iniziato la settimana precedente. I bimbi avevano già creato un piano con l’insegnante (il boxing-up) e con me hanno sviluppato la storia. Li ho fatti sedere sul tappeto e ho guidato la lezione, scrivendo alla lavagna con colori diversi: viola per i fronted adverbials, blu per il testo e rosso per le parti che dovevano necessariamente cambiare. Alcune parole le inserivo io, poi chiedevo loro di aggiungere altro cercando di stimolarli a rendere il testo avvincente. Ogni volta che i bimbi proponevano parole nuove, l’assistente le scriveva alla lavagna, così che poi le potessero utilizzare in seguito. I bambini in seconda hanno solo sei anni, ed è incredibile vedere che cosa siano già in grado di produrre! Alla fine di ogni paragrafo li mandavo ai loro posti per lavorare individualmente e creare la loro personale innovazione, e io e l’assistente giravamo con evidenziatori rosa e verde per dare le prime correzioni (pink for perfect, green for growth). Mi sono divertita molto, nonostante abbia fatto un bel po’ di fatica data la classe difficilotta e i bambini che mi proponevano aggettivi e espressioni che non conosco in inglese 😛

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  • Feedback e osservazioni

Ho iniziato la settimana scorsa entrando nelle classi e chiudendomi la porta dietro, impaurita che qualcuno potesse vedere le mie lezioni. Ora non mi faccio quasi più problemi ad avere altri in classe, o forse sono rassegnata e mi sto abituando all’idea. Qui in Inghilterra è normale essere costantemente osservati, valutati e supportati da più adulti. Spesso vi è un assistente in classe, non è anormale che un membro della leadership appaia in classe e poi se ne vada, vi sono studenti delle superiori che vengono a fare tirocinio, ci sono genitori che aiutano a titolo volontario… in pratica, è raro che ci siano lezioni in cui si sia completamente soli con i bambini dall’inizio alla fine. Per me questo, nonostante l’ansia dell’essere osservati, è utilissimo, perchè posso avere un riscontro se quello che sto facendo abbia senso o meno. Oltre a queste osservazioni inserite nella quotidianità, ci sono poi quelle più ufficiali, che possono avvenire in momenti inaspettati, come è successo a me. Martedì infatti ad un certo punto la mia assistente mi ha detto “E’ passato Jamie, dice che torna dopo per osservare la lezione di literacy”. Io l’ho guardata con terrore e le ho chiesto in tono drammatico “Why???”. Mi ha detto che lui le ha solo detto di voler vedere come ce la cavavamo, ma io temevo la verità: voleva osservarmi all’opera. Ecco… se c’è una cosa che mi mette ansia è insegnare di fronte a chi ha spinto perchè venissi assunta, perchè ho il terrore che possano scoprire di aver fatto la scelta sbagliata. (Lo so, mi faccio problemi stupidi… ma che ci posso fare?). Comunque sia, fatto sta che Jamie si è messo in un angolo, iPad alla mano e ha iniziato a osservarmi e a prendere appunti mentre guidavo l’innovazione del T4W. Non immaginatevelo come una figura tutta distaccata, nei momenti in cui i bambini lavoravano indipendentemente ha girato e interagito con loro, ma quando ero io a guidare, stava lì e mi osservava. Ho lavorato un po’ sotto pressione, ma mettendocela tutta. Poi alla fine della lezione è svanito nel nulla. L’ho ribeccato più tardi e qui ho scoperto un aspetto meraviglioso del sistema inglese (o di questa scuola, non so) che mi era ignoto. Praticamente ogni insegnante è associato a un membro della leadership e a settembre ci si ritrova con con questi per stabilire alcuni obiettivi da perseguire durante l’anno. Saltuariamente, si viene osservati e vengono dati feedback molto costruttivi. Per farvi capire, mi è stato detto cosa andava bene nella mia lezione, cosa sarebbe da migliorare, mi sono state poste alcune domande stimolo per capire le mie intenzioni e le eventuali conseguenze di un’azione didattica, e ho ricevuto diversi suggerimenti. Vengono dunque posti in luce aspetti positivi e negativi, utili per una crescita professionale. Sono uscita da questo incontro con il sorriso, consapevole di avere tanto da imparare ma allo stesso tempo fiera degli aspetti positivi. Ha dato una botta alla mia “autostima professionale”, la quale era un po’ persa nei miei mille dubbi e preoccupazioni situati attorno al mio punto interrogativo costante e pressante in ogni lezione: “Ma sto facendo la cosa giusta in questo momento con questi bambini??”. Credo che in Italia manchi molto questo aspetto del confrontarsi con altri in vista di migliorare professionalmente e rendersi conto dei propri punti forti e deboli. Lo trovo decisamente utile.

  • Lezione di italiano!!

Ieri ho avuto la possibilità di fare una lezione di italiano!! Il curricolo non prevede una lingua precisa, semplicemente una seconda lingua. Così, nel momento in cui ho sostituito la docente di francese, ho potuto mettere in atto una lezione della mia madrelingua. Mi sono divertita un sacco! Ho spiegato alla mia classe terza che avrei parlato solo in italiano (mi è stato consigliato ciò dalla docente per evitare che si mettessero a ridere e non mi prendessero seriamente), e poi ho cambiato lingua e via! Ho usato tantissimo la mimica facciale e i gesti, ho spiegato loro come presentarsi, ho fatto provare loro a dire alcune frasi, li ho sgridati con una faccia arrabbiatissima e un tono della voce serio e deciso. Fantastico. Mi hanno seguita per trenta minuti e hanno imparato a dire “Ciao, io sono X, ho Y anni, sono inglese e mi piace ….”.  Spero di poterne fare altre di lezioni così!!

Ora vado a dormire, nel weekend vi aggiornerò con:

  • Lezioni di storia
  • Lezioni di geografia in prima
  • Lezioni di religione
  • Il corsivo inglese

Ciao!

 

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